Pace nel Mondo tra i Boschi ( 2022)
digital image projected on the wall
enviromental dimension
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enviromental dimension
A cura di Max Mondini
Una mostra personale è un evento espositivo in cui un artista espone opere, create dal suo genio, mostrandoci parte della sua visione.
Una mostra collettiva è un evento espositivo in cui più artisti espongono opere, create dal loro genio, mostrandoci una connessione tra le loro visioni.
Baleno, termine in sospensione tra il concetto di luce e di tempo, è una mostra site specific per Spazio Volta, nata dalla volontà di ridefinire tutte queste modalità.
Un’unica forma visiva organica e digitale nella quale non ci sono protagonismi, non ci sono visioni che accomunano... Restano solo le opere. Tre interventi inseriti e concepiti per essere ammirati nell’interezza di un ecosistema.
Scomponendo lo spazio in tre differenti display, con diverse profondità prospettiche e spaziali, la mostra si apre con l’opera di Arianna Pace, un intervento sulla vetrata formato da piccoli cristalli coltivati artificialmente per poi essere applicati su superfici aliene, dove il processo di crescita e decadimento destabilizza la nostra percezione visiva. Una piccola galassia chimica in continua autodeterminazione di se stessa.
Bernardo Tirabosco è la spina dorsale, il punto focale e denso della mostra, su cui tutto si riflette e tutto si condensa. Elementi fisici e al contempo così effimeri, questi monumenti di sapone restano in tensione nello spazio modellandolo con delicatezza. La sua imponenza accetta la contaminazione visiva degli altri interventi, attenuandosi o esplodendo a seconda delle mutate condizioni del giorno.
Il lavoro di Max Mondini, una proiezione digitale sulla parete a chiusura dello spazio, è un attivatore di emotività non sue. Rarefatto al mattino, quasi impercettibile, esso acquista sempre più forza verso sera, dove riprende il suo ruolo di fonte luminosa e invade l’ambiente cambiando colori, atmosfere e percezioni.
Uno e trino, ogni singolo intervento cede ed assimila energia dai restanti due, creando un’atmosfera densa dove lo sguardo non percepisce protagonismi ma un’unica “quarta opera”, somma del tutto.
Perdere qualcosa di noi per lasciare spazio, che inevitabilmente sarà riempito da qualcosa fuori dal nostro controllo.
Soffermandosi ad ammirare questa veduta ci si può rendere conto di appartenerle, senza però poterla dominare interamente.
Tutto questo non ha senso, anche se in fin dei conti, tutto finisce per averne uno.
Una mostra personale è un evento espositivo in cui un artista espone opere, create dal suo genio, mostrandoci parte della sua visione.
Una mostra collettiva è un evento espositivo in cui più artisti espongono opere, create dal loro genio, mostrandoci una connessione tra le loro visioni.
Baleno, termine in sospensione tra il concetto di luce e di tempo, è una mostra site specific per Spazio Volta, nata dalla volontà di ridefinire tutte queste modalità.
Un’unica forma visiva organica e digitale nella quale non ci sono protagonismi, non ci sono visioni che accomunano... Restano solo le opere. Tre interventi inseriti e concepiti per essere ammirati nell’interezza di un ecosistema.
Scomponendo lo spazio in tre differenti display, con diverse profondità prospettiche e spaziali, la mostra si apre con l’opera di Arianna Pace, un intervento sulla vetrata formato da piccoli cristalli coltivati artificialmente per poi essere applicati su superfici aliene, dove il processo di crescita e decadimento destabilizza la nostra percezione visiva. Una piccola galassia chimica in continua autodeterminazione di se stessa.
Bernardo Tirabosco è la spina dorsale, il punto focale e denso della mostra, su cui tutto si riflette e tutto si condensa. Elementi fisici e al contempo così effimeri, questi monumenti di sapone restano in tensione nello spazio modellandolo con delicatezza. La sua imponenza accetta la contaminazione visiva degli altri interventi, attenuandosi o esplodendo a seconda delle mutate condizioni del giorno.
Il lavoro di Max Mondini, una proiezione digitale sulla parete a chiusura dello spazio, è un attivatore di emotività non sue. Rarefatto al mattino, quasi impercettibile, esso acquista sempre più forza verso sera, dove riprende il suo ruolo di fonte luminosa e invade l’ambiente cambiando colori, atmosfere e percezioni.
Uno e trino, ogni singolo intervento cede ed assimila energia dai restanti due, creando un’atmosfera densa dove lo sguardo non percepisce protagonismi ma un’unica “quarta opera”, somma del tutto.
Perdere qualcosa di noi per lasciare spazio, che inevitabilmente sarà riempito da qualcosa fuori dal nostro controllo.
Soffermandosi ad ammirare questa veduta ci si può rendere conto di appartenerle, senza però poterla dominare interamente.
Tutto questo non ha senso, anche se in fin dei conti, tutto finisce per averne uno.
Curated by Max Mondini
A solo exhibition is an exhibition event in which an artist exhibits works, created by his genius, showing us part of his vision.
A group exhibition is an exhibition event in which multiple artists exhibit works, created by their genius, showing us a connection between their visions.
Baleno, a term suspended between the concept of light and time, is a site specific exhibition for Spazio Volta, born from the desire to redefine all these modalities.
A single organic and digital visual form in which there are no protagonists, there are no visions that unite ... Only the works remain. Three interventions inserted and designed to be admired in the entirety of an ecosystem.
By breaking down the space into three different displays, with different perspective and spatial depths, the exhibition opens with the work of Arianna Pace, an intervention on the window formed by small artificially cultivated crystals to then be applied on alien surfaces, where the growth process and decay destabilizes our visual perception. A small chemical galaxy in continuous self-determination.
Bernardo Tirabosco is the backbone, the focal and dense point of the exhibition, on which everything is reflected and everything condenses. Physical elements and at the same time so ephemeral, these soap monuments remain in tension in the space, modeling it with delicacy. Its grandeur accepts the visual contamination of the other interventions, attenuating or exploding according to the changed conditions of the day.
Max Mondini's work, a digital projection on the wall closing the space, is an activator of emotions that are not his. Rarefied in the morning, almost imperceptible, it gains more and more strength in the evening, where it resumes its role as a light source and invades the environment, changing colors, atmospheres and perceptions.
One and three, each single intervention yields and assimilates energy from the remaining two, creating a dense atmosphere where the gaze does not perceive protagonists but a single "fourth work", the sum of the whole.
Losing something of ourselves to leave space, which will inevitably be filled with something beyond our control.
Stopping to admire this view, you can realize that you belong to it, without however being able to dominate it entirely.
All this makes no sense, even if in the end, everything ends up having one.
A solo exhibition is an exhibition event in which an artist exhibits works, created by his genius, showing us part of his vision.
A group exhibition is an exhibition event in which multiple artists exhibit works, created by their genius, showing us a connection between their visions.
Baleno, a term suspended between the concept of light and time, is a site specific exhibition for Spazio Volta, born from the desire to redefine all these modalities.
A single organic and digital visual form in which there are no protagonists, there are no visions that unite ... Only the works remain. Three interventions inserted and designed to be admired in the entirety of an ecosystem.
By breaking down the space into three different displays, with different perspective and spatial depths, the exhibition opens with the work of Arianna Pace, an intervention on the window formed by small artificially cultivated crystals to then be applied on alien surfaces, where the growth process and decay destabilizes our visual perception. A small chemical galaxy in continuous self-determination.
Bernardo Tirabosco is the backbone, the focal and dense point of the exhibition, on which everything is reflected and everything condenses. Physical elements and at the same time so ephemeral, these soap monuments remain in tension in the space, modeling it with delicacy. Its grandeur accepts the visual contamination of the other interventions, attenuating or exploding according to the changed conditions of the day.
Max Mondini's work, a digital projection on the wall closing the space, is an activator of emotions that are not his. Rarefied in the morning, almost imperceptible, it gains more and more strength in the evening, where it resumes its role as a light source and invades the environment, changing colors, atmospheres and perceptions.
One and three, each single intervention yields and assimilates energy from the remaining two, creating a dense atmosphere where the gaze does not perceive protagonists but a single "fourth work", the sum of the whole.
Losing something of ourselves to leave space, which will inevitably be filled with something beyond our control.
Stopping to admire this view, you can realize that you belong to it, without however being able to dominate it entirely.
All this makes no sense, even if in the end, everything ends up having one.